

Alimentazione consapevole: l’olio di palma fa male?
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L’olio di palma viene estratto dai frutti della palma africana Elaeis Guineensis Jacq, una pianta originaria delle foreste pluviali della Guinea e oggi molto diffusa in Asia e in Africa centrale.
Dalla palma si ricavano due tipi di olio:
olio di palma: dal mesocarpo della drupa;
olio di semi di palma o olio di palmisto: dai semi del frutto.
L’olio di palma è l’olio vegetale più utilizzato dopo quello di soia, l’80% dell’olio di palma prodotto viene utilizzato dall’industria alimentare come sostituto a basso costo del burro di cacao e dei grassi del burro per la preparazione di prodotti alimentari confezionati come le merendine e i biscotti; il resto viene utilizzato nell’industria cosmetologica per la preparazione di prodotti cosmetici di vario tipo.
Forse non tutti sanno che in realtà esistono due tipi di olio di palma con differenze significative dal punto di vista nutrizionale:
l’olio di palma grezzo si presenta in natura solido per l’alta percentuale di grassi saturi, ricco di antiossidanti (carotenoidi ), che conferiscono la colorazione rossastra ed è privo di colesterolo. Questo tipo di olio di palma può essere usato ma, con moderazione;
l’olio di palma raffinato o bifrazionato si presenta fluido e giallo in seguito al processo di estrazione industriale, è privo di antiossidanti, largamente utilizzato dall’industria alimentare e nella ristorazione ed è nocivo per la salute.
Perché la questione olio di palma
I motivi principali che collocano l’olio di palma al centro della discussione in questi ultimi tempi sono:
danni per la salute;
danni per l’ambiente;
Fra i principali danni nei confronti dell’ambiente sono annoverati:I vari danni
deforestazione: perchè la monocoltura di palme induce l’abbattimento delle foreste;
distruzione della biodiversità faunistica: l’abbattimento delle foreste provoca l’estinzione degli ecosistemi e quindi degli animali che abitano questi habitat;
inquinamento atmosferico: l’Indonesia, che è il principale produttore di olio di palma è diventato il terzo paese responsabile delle più alte emissioni di carbonio e gas serra.
Per quanto riguarda i rischi per la salute sono annoverati i danni diretti dovuti all’assunzione dell’olio di palma attraverso i cibi industriali e i danni indiretti, sopracitati, dovuti alle ripercussioni sull’ambiente in cui tutti noi viviamo.
I danni diretti sono dovuti all’elevata presenza di grassi saturi che comportano:
rischio cardiovascolare;
obesità.
Per comprendere meglio i danni diretti sulla salute e quanto possa far male, occorre dare uno sguardo alla tabella sottostante che menziona le proprietà nutrizionali dell’olio di palma:
composizione chimica per 100 gr di parte edibile:
lipidi 99,9 % , ferro 0,1 %, potassio tracce, sodio tracce, vitamina E 33,1 mg, Energia Kcal 899, energia KJ 3762
Come si può notare dalla tabella delle proprietà nutrizionali la percentuale maggiore è costituita dai lipidi, che risultano suddivisi nelle varie classi:
Lipidi totali (%): 99,9, Saturi totali (%): 47,1 , Monoinsaturi totali (%): 38,92, Polinsaturi totali (%): 12,58, Rapporto Polinsaturi/Saturi: 0,3,
Le differenze fra i grassi:
Grassi saturi
I grassi saturi contribuiscono all’innalzamento dei valori del colesterolo LDL (colesterolo cattivo) e sono in parte responsabili della formazione delle placche ateromatose all’interno delle arterie, considerata come la principale causa della genesi delle malattie cardiache.
Grassi monoinsaturi
I grassi monoinsaturi hanno generalmente un effetto benefico sulla salute: ad esempio sono utili per abbassare il colesterolo LDL (colesterolo cattivo) e contribuiscono ad alzare quello HDL (colesterolo buono).
I grassi polinsaturi
I grassi polinsaturi hanno un effetto simile a quello dei monoinsaturi, ne fanno parte gli acidi grassi essenziali come gli omega 3 e gli omega 6
In sintesi
Il consumo eccessivo di olio di palma può far male perché induce obesità ed è poco indicato per i soggetti che presentano patologie cardiovascolari, perché induce il restringimento del lume delle arterie.
Inoltre, non bisogna trascurare i soggetti allergici alle noci, alle nocciole e alla frutta secca in generale perché si potrebbero manifestare reazioni allergiche crociate anche verso l’olio di palma.
Da un punto di vista chimico l’olio di palma equivale al burro:
L’olio di palma contiene circa il 50 % di grassi saturi a catena lunga, cioè acidi grassi che mostrano un più alto rischio aterogenico e ipercolesterolemico che si traduce in danno cardiovascolare, lo 0% di grassi saturi a catena media, circa il 40% di grassi monoinsaturi e circa il 10% di grassi polinsaturi.
Conclusioni, fa male o no?
A questo punto conosciamo i pro e i contro dell’olio di palma e dovremmo essere in grado di fare appello alla nostra coscienza.
I danni per la salute non sono dovuti soltanto alla presenza di acidi grassi saturi dentro un biscotto ma, tutto quello che sta dietro alla preparazione di quel biscotto che si traduce in danno per la salute a lungo termine per tutta la comunità e le generazioni future.
Fino a poco tempo fa le etichette alimentari non riportavano la dicitura olio di palma ma la definizione generica di oli vegetali. Grazie all’intervento della Food and Drug Administration e successivamente del Parlamento e del Consiglio europeo con regolamento (UE) n. 1169/2011, dal dicembre 2014 le etichette alimentari riportano la dicitura esatta degli oli vegetali quindi adesso, non avremo più scuse "conoscere per scegliere".

